Guida e farmaci

Non sempre vanno d’accordo

Mentre tutti sanno che l’alcol può alterare il delicato equilibrio tra le funzioni che sovraintendono alla piena efficienza nella guida, non tutti sono consapevoli che anche molti farmaci possono interferire negativamente con questa attività.

Si tratta per la verità di un problema piuttosto complesso perché, nonostante siano numerosissime le sostanze che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale (SNC) e che potenzialmente possono compromettere la capacità di guida per varie cause (diminuzione della capacità di concentrazione, sonnolenza, vertigini, ecc.), in molti casi si possono fare solo delle “fondate supposizioni” perché è difficile stabilire con precisione quale sia la portata dell’interferenza esercitata dai farmaci sulla capacità di guida.

Come si valuta questa interferenza?
Le informazioni disponibili vengono attualmente desunte da tre tipi di rilevazioni, ognuna delle quali ha dei limiti difficilmente superabili.

  • Le ricerche “su strada” consistono nello “sperimentare”, in condizioni di traffico normale, se un paziente che assume certi farmaci sospettati di interferire negativamente con la guida fa più incidenti di uno che non li assume. Queste ricerche, oltre agli ovvi limiti di natura etica, sono costose (basti pensare ai costi necessari per la copertura assicurativa) e sono complicate da diverse disposizioni di leggi nei vari paesi (in alcuni paesi sono vietate).
  • La ricerca “post-mortem” della presenza del farmaco nel sangue richiede la disponibilità di laboratori attrezzati a ricerche analitiche molto sofisticate; inoltre è impossibile affidare ad una simile certificazione un valore assoluto in quanto riscontrare tracce di un farmaco nel sangue di una vittima di un incidente stradale non consente di attibuirgliene inequivocabilmente la responsabilità diretta.
  • Le prove condotte “in laboratorio”, attraverso opportuni test forniscono forse i dati più precisi. I volontari vengono sottoposti a prove di regolarità (mantenimento di una velocità costante e di una corretta posizione laterale sulla strada), di destrezza (percorsi a serpentina tra birilli in linea retta, passaggi tra strettoie di larghezza variabile), di lucidità e prontezza di riflessi (tempi di reazione a ostacoli), capacità di concentrazione ecc. Si registrano i tempi impiegati, gli errori commessi, le manovre sbagliate, le decisioni corrette e ogni singolo punteggio concorre a fornire il grado di integrità psicofisica. I risultati tuttavia non sempre sono trasferibili a condizioni di traffico reale, dove una buona abilità nella guida e i condizionamenti derivanti da una attività che si pratica da molto tempo potrebbero annullare eventuali effetti negativi. Inoltre quella che viene definita come diminuita abilità di guida potrebbe nascondere distrazione, emozione o affaticamento del guidatore e non aver nulla a che vedere con i farmaci esaminati.

Pur con queste difficoltà di valutazione, le conoscenze disponibili consentono comunque di avere un’idea sufficientemente chiara dei farmaci che, alle dosi usuali, possono compromettere la capacità di guida e impongono quindi un atteggiamento di particolare cautela.
Al primo posto vi sono sicuramente i farmaci che, come l’alcool, agiscono sul SNC producendo sedazione ma molti altri possono interferire con la guida anche per altre ragioni.
Molti esempi sono riportati nell’articolo Farmaci al volante, tuttavia non è possibile stilarne un elenco esaustivo. E’ importante perciò seguire questi consigli.

  • Prima di mettersi al volante sotto l’effetto di un farmaco (sia questo prescritto o acquistato senza ricetta medica) occorre sempre chiedere al medico o al farmacista se può compromettere la vigilanza e la capacità di guida. In caso affermativo, occorre moderare più che mai la velocità e rispettare la distanza di sicurezza dai veicoli che ci precedono.
  • Soprattutto quando si assumono farmaci che in qualche modo agiscono sul Sistema Nervoso Centrale bisogna ricordarsi che possono interferire anche con la capacità di guida e che gli effetti negativi sulle prestazioni che richiedono particolare attenzione tendono ad aumentare in frequenza e gravità nei pazienti più anziani.
  • Il periodo più critico nella somministrazione di un farmaco sono le fasi iniziali, quando non è ancora chiaro come il nostro organismo reagirà al farmaco stesso, se compariranno effetti indesiderati e di che intensità saranno. E’ sempre bene prevedere un periodo di verifica durante i primi giorni di assunzione, astenendosi dalla guida qualora compaiano sintomi di ridotta efficienza psicofisica. E’ importante guidare solo quando ci si sente perfettamente bene, sicuri delle proprie condizioni.

Segnali a cui prestare attenzione
Se, dopo aver assunto un farmaco, avvertite:

  • sonnolenza o stanchezza
  • capogiri, senso di testa vuota, vertigini, confusione
  • difficoltà di concentrazione, stordimento
  • scarsa coordinazione, instabilità, agitazione
  • malessere generale
  • annebbiamento della vista o visione doppia
  • disturbi dell’udito

è più prudente non mettersi alla guida!

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